Covid e Vitamina D, uno studio conferma il loro legame

Mario Baffelli

Mario Baffelli

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Covid e Vitamina D? Un “connubio” con molto in comune, più di quello che si potesse ipotizzare. A confermarlo, uno studio esaminante la relazione tra i due, capace di evidenziare come l’assenza di della Vitamina D possa comportare la “vittoria” del Covid.

COVID E VITAMINA D, COSA HANNO SCOPERTO IN SPAGNA?

Una notizia delle ultime ore riguarda, come anticipato, una ricerca di stampo spagnolo condotta sulla relazione tra il Covid e la Vitamina D.

Lo studio, condotto dal gruppo del Dottor José Hernandez dell’Università della Cantabria di Santander, ha messo in evidenza come la carenza di Vitamina D sia in comune in più di 8 pazienti su 10 ricoverati per il Covid-19.

Più dell’80%, dunque, ha un sistema immunitario fragile dettato dall’assenza della Vitamina D nel proprio organismo.

La ricerca, chiaramente circoscritta e relativa ad un solo ospedale iberico, comporta un peso non indifferente. Il motivo? È la conferma di studi effettuati nei mesi scorsi, dopo la prima ondata di Covid.

Ovvero la carenza di Vitamina D maggiormente presente in quei Paesi – quelli del Vecchio Continente – in cui è stata riscontrata la maggior percentuale di positività al virus.

COVID-VITAMINA D,  UN LEGAME CHE POTREBBE FARE DUNQUE LA DIFFERENZA?

Una scoperta che, senza dubbio, consente di donare quel sorriso in più periodo, questo, in cui da sorridere c’è ben poco.

Pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, sebbene sia comunque un dato relativo ad un’unica unità, ovvero l’ospedale in cui è stata condotta la ricerca, potrebbe risultare significativo.

È chiaro che l’80%, pur essendo una percentuale notevole, non corrisponde alla totalità. Di conseguenza, quella restante parte, che conta di una Vitamina D in buono stato presenziale, è stata intaccata dall’infausto virus che da diversi mesi accompagna la nostra vita.

Ma la speranza è l’ultima a morire e, volendo leggere lo studio con lo sguardo della positività e dell’ottimismo, ciò non può che donare un briciolo di luce al buio che è sopraggiunto con l’avvento dell’autunno.

VITAMINA D: Cos’è e a Cosa Serve?

La Vitamina D è una vitamina liposolubile, ossia che viene rilasciata direttamente dall’organismo.

Il nostro corpo la libera in piccole quantità nel momento in cui i “registra” una necessità da parte dell’organismo stesso. In piccole dosi, però, perché viene assorbita dal fegato. Per questa ragione, la vitamina D va assunta anche mediante alcune tipologie di alimenti.

Qual è la sua funzione?

Come detto in precedenza, la Vitamina D è prodotto in gran parte dal nostro stesso organismo. In che modo? Con l’assorbimento, da parte della pelle, dei raggi del sole.

Le sue funzioni peculiari sono quelle di:

  • Contribuire al mantenimento di un livello normale, equilibrato, di calcio e fosforo all’interno del sangue.
  • Regolare il metabolismo del calcio, indispensabile nella fase di calcificazione delle ossa.

In quale Alimenti è possibile trovarla?

Come scritto nelle righe precedenti, la Vitamina D viene sì prodotta dal nostro corpo, ma dev’essere assunta anche mediante determinati alimenti.

Non sono molti gli alimenti che la contengono, questo perché l’integrazione della Vitamina D, in realtà, è necessaria solo in circostanze particolari, come la crescita, la gravidanza e l’allattamento.

Ecco quali sono gli alimenti contenenti questa importante tipologia di Vitamina:

  • Salmone
  • Pesce Spada
  • Sgombro
  • Tonno
  • Uova (Principalmente nel Tuorlo)
  • Funghi
  • Latte Intero
  • Cioccolato Fondente.

La presenza, nei suddetti alimenti, è comunque limitata. L’alimento che ne possiede veramente in abbondanza è l’Olio di Fegato di Merluzzo.

Di contro, gli elementi che comportano al dispersione della Vitamina D sono legati a alimenti o dettagli di vita poco sani, come l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti.

Infine, anche l’abuso di alcune tipologie di farmaci possono implicare la disseminazione della stessa.

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Mario Baffelli